Notizie sul feudo di Terrarossa, che appartenne pressocché sempre alle famiglie dei marchesi Malaspina e sul suo castello, si ritrovano a partire dagli inizi del 1400. Nel 1581 passò nelle mani di Fabrizio Malaspina, nipote di Giovanni Spinetta e figlio di Fieramonte. Con atto pubblico del 24 settembre 1599 fu ricevuto in accomandigia perpetua dal Granduca Ferdinando I. Intorno alla fine del XVIII sec. un importante restauro interessò soprattutto le sale interne, che diedero al castello la forma e l''impianto attuale. Nel 1787, con la morte senza eredi di Manfredi, il feudo tornò alla corona granducale.

Il complesso "palazzo Cocchi" è l'estremità ovest della cortina edilizia nord del borgo di Terrarossa. Legato organicamente all'edificio della chiesa di S. Giovanni, costituisce un'espansione e riorganizzazione settecentesca di un preesistente complesso. Una pianta dell'edifico, corrispondente grossomodo all'attuale realtà è rintracciabile nel catasto leopoldino (1826). Presenta le connotazioni tipologiche della dimora padronale rurale settecentesca, così come era stata definita da un intervento realizzato nel 1785 dalla famiglia Cocchi, casata di origini fiorentine, che ha rivestito per un lungo periodo di tempo un importante ruolo sul piano sociale e politico.

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